Io

<a href="http://www.youtube.com/watch?v=H2-1u8xvk54?hl=en"><img src="http://www.settermania.it/wp-content/plugins/images/play-tub.png" alt="Play" style="border:0px;" /></a>Il mio nome è Giovanni Della Chiesa;sono nato la mattina del 23 settembre 1968: ho preso il posto di Padre Pio! lui era un santo uomo, io un diavolo di cacciatore!! Intrinseca in me sin da bambino, perchè trasmessa da mio padre,  la smisurata passione per la  caccia. Le limitate risorse economiche ed il difficile iter dell’inserimento al mondo lavorativo non mi hanno subito consentito di dar sfogo alla mia passione. Alla fine degli anni novanta, cominciai ad avere la mia indipendenza economico-sociale e, accattivato dalle abitudini schive, misteriose e affascinanti della regina del bosco, mi recai dal’ amico e noto allevatore Alessandro Biguzzi per l’acquisto di un cucciolino di razza “setter inglese”. Una volta giunto all’allevamento, fui folgorato alla visione di due cagnolini bellissimi: due fratelli dal manto bianco pezzato di  nero, figli di LERRY   che in quell’anno vinse la coppa Europa. Malgrado l’ esosa  spesa, portai entrambi i cuccioli a casa : SAM e SHARON ALLES SETTER. Cominciai quindi con loro, giorno e notte, ma soprattutto notte,  a battere bandite, fondi chiusi, zone di rifugio, ripopolamento e cattura, con l’intento, ma più con la missione di trasformarli, pur già superiori alla media in quanto geneticamente selezionati, in due Super Top Mega Bomber da guerra. All’età di sei mesi, uno dei due,” SAM “si distinse ben presto dimostrandosi un cane dal galoppo ineccepibile, veloce, radente, incontrista e assoluto stilista. Fu proprio lui, in  una notte di luna piena ,nella bandita detta “IMMOBILIARE“, tutto flesso, schiacciato e leggermente rampante sull’anteriore, ma sollevato col ventre dall’umido acquitrino,ad inchiodare beccaccini, beccaccini e beccaccini a distanze considerevoli. Continuai a portarli fuori quasi con frequenza giornaliera, fino a che, l’autunno successivo, senza esperienza alcuna, sia per i miei cani che per me stesso, ci avventurammo alla volta della tanto ambita quanto proibitiva CRIMEA ” l’indiscussa patria della beccaccia”. Nei primi giorni fui penalizzato dall’inesperienza, non tanto per la caccia quanto per la foga, per l’irruenza e per l’ egoismo dei colleghi di viaggio, nell’accaparrarsi mezzi di locomozione capaci e veloci, nonchè  accompagnatori svegli e scaltri nel procurar loro ottimi posti di caccia. Ho dovuto quindi io adattarmi con automezzi di fortuna e accompagnatori che, alle prime ore del pomeriggio mi invitavano con assoluta insolenza al rientro in albergo, dopo aver loro cacciato con i propri fucili sui miei cani, e comunque portandomi semprte e solo in zone vicinissime a strade, a case o all’albergo stesso. Fortemente condizionato dalla mia natura emotiva, non mi sentivo di reclamare nè col tour operator nè con gli accompagnatori, ingoiando i miei amari e quasi consolidati ” zero quotidiani”, a differenza delle quattro, cinque beccacce giornaliere, cacciate quasi da tutti gli altri. Osservando i miei colleghi di viaggio, ma quasi al termine della gita di caccia, capii come dovermi comportare ed, alla fine di una giornata di caccia, con tono deciso, pacato ma nel contempo imperativo, diedi appuntamento al mio accompagnatore ed al relativo autista all’alba del giorno successivo, obbligandolo ad accompagnarmi in un altipiano roccioso affacciato sul mar Nero: una zona di caccia che da noi distava tantissimi chilometri, all’altitudine di 1352 mt sul mare,  della quale avevo solo e sempre sentito parlare………..:    “ I PETRI ” !! All’indomani, come da accordi, si presentarono puntuali accompagnatore ed autista, partimmo come da copione senza nemmeno consumare la prima colazione, quando ancora tutti dormivano…..  Non arrivavamo mai e io, durante il viaggio, un pò vergognoso e timoroso per la scelta sfacciata e forse sbagliata, chiedevo spesso: ” ma quanto manca ancorta?!?!” Finalmente, dopo tanti chilometri, fra tornanti e curvoni tutti in salita, sotto boschi di leccio e querce, al buio delle fronde e all’umido delle tante nubi che avvolgevano le montagne, spuntarono i primi timidi raggi di sole. Il bosco si fece sempre più rado, dando spazio a radure, a basse pinetine di cipressi e pini marittimi,a bordure di faggi, macchie di quercie con sottobosco di pungitopo e macchia mediterranea, insomma ad una visione idilliaca che mai potrò dimenticare.  Capii che ero arrivato nel posto giusto. Non avevo con me il GPS, quindio feci fermare il mio automezzo in un’ altura ben visibile da lontano, e a differenza dei giorni precedenti, costrinsi l’accompagnatore, contrariamente alla sua volontà, ad aspettarmi in auto con l’autista. Quel giorno erano presenti tutti gli elementi che compongono una giornata di caccia ideale e memorabile, che sarebbe rimasta impressa nella mia memoria per tutta la vita. Allestii i miei cani SAM e SHARON di beepper e collare riportante il mio numero di cellulare; fucile in spalla, cartuccera alla vita, partii per la mia prima vera e tanto sognata “giornata di caccia alle beccacce”. Cacciai spasmodicamente fino al tramonto, sfinendo entrambi i miei ausiliari, gratificando spesso il loro prezioso lavoro con tiri da antologia, centrando beccacce impossibili: stoccate a regine intente a confondersi nella fitta vegetazione mediterranea di sottobosco e altre fulminate su frulli mirabolanti a candela tra lecci e querce. Rincasai a buio fondo e non venni risparmiato dai richiami del tour operator, lamentoso di un mio comportamento scorretto e sconsiderato, in nome della mia incolumità. Ma il bello doveva ancvora venire…. Una volta seduto a tavola, i compagni di caccia, coloro che avevano il cane figlio di…., il cane campione di…., la cagna mamma del fenomeno che aveva vinto il titolo di…., eccetera eccetera, mi interpellarono….. Un pò per correttezza e cortesia, un pò per curiosità e forse tanto per il ritardo apparentemente ingiustificato, cominciarono a chiedermi dove, come e quante!! Fu dicendo loro il numero degli incontri, il numero degli abbattimenti, la descrizione delle singole azioni di caccia,i frangenti, le caratteristiche dei miei due “bomber” e sopratutto l’età dei medesimi, che appresi di aver dato a tutti loro “cappotto….”!!! Conclusi la settimana di caccia con tante altre soddisfazioni e tuttora, anno dopo anno, ritorno puntuale negli stessi posti nell’ultima settimana di ottobre.  Caccio nelle stesse zone, negli stessi buchi, nelle stesse bordure, nelle stesse pinetine, sotto le stesse piante e, cari amici, ancora con lo stesso cane SAM,  che, malgrado la sua avanzata età, mi fa rivivere le uguli emozioni di allora, ritrovando come per magia le beccacce nelle stesse identiche posizioni. Da quella mia primissima esperienza sono molto cresciuto e la mia passione si è evoluta. Da cacciatorino aspirante cacciatore, sono diventato cacciatore vero ed amante della natura proprio come desiderava mio padre ed ora mi sto cimentando cinofilo, alla costante ricerca del soggetto perfetto. In questi ultimi anni ho socializzato e sono diventato amico con i grandi della cinofilia Italiana e forse europea, quali Orlando Fabbri “ RADENTIS “, Claudio Ceccaroni ” ARDITI DELLA FOLGORE “,  Ronchi Valerio ” ROVAL “, Giorgio Guberti “ DEL VENTO “,  e Succi Gualtiero detto Cilo,  che, da persona schiva e  riservata qual è, non ha mai depositato l’affisso, pur essendo ultra competente ed intenditore; non a caso infatti il grande FIERO è frutto della sua esperienza. Ho attinto un po da tutti: sia facendomi dare cucciolini appena svezzati, scelti per morfologia e genetica, sia prendendo in gestione femmine fecondate o da fecondare. Memorabile fu la cucciolata fatta nel 2007 con una splendida femmina dal mantello grigio scuro pezzato nero “ MAMBA DEGLI ARDITI DELLA FOLGORE “, figlia di RADENTIS SBRANCO, datami dall’amico Claudio Ceccaroni di Mensa Matellica (RA), che coperta col mio SAM, partorì sette bellissimi cuccioli, dei quali tenni una femmina: LONDRA che portai a soli nove mesi in Mongolia. Quell’anno facemmo l’apertura della stagione di caccia alle starne e ai galli forcello e lì, con stupore mio e dei miei compagni di caccia, quella cucciolona bella, ben pezzata, trailer e stilista, dalla presa di punto mozzafiato, faceva sue tutte le brigate di starne presenti sul campo, beffando i colleghi quadrupedi di età ed esperienza superiore. Era evidente, sin dai suoi primi giorni di caccia, che LONDRA sembrava nata per quel tipo di selvatici, ma soprattutto per coprire in modo ben dettagliato e capillare i territori aperti,i terreni incolti a perdita d’occhio che si presentavano davanti a noi. Carnieri dell’altro mondo, filate, ferme, consensi, riporti, insomma un trionfo della natura canina; ed io ne ero il proprietario!!! Al rientro dall’Asia, il tempo necessario per far riprendere peso ai cani provati dal lungo viaggio e tanto lavoro, ma molto più dal tanto lavoro, e si partì per la Crimea… Non vedevo l’ora di sganciarla tra i boschi per scoprire come si sarebbe comportata con la mia selvaggina preferita. Una mattina di metà novembre uscii col mio amico dott. Cesare Mazzoni ” grande cacciatore e splendida persona”, nella zona di Stari Crim, a circa 760 mt sul mare. Sganciammo io Londra e Cesarino la sua fidata ausiliaria….; in sole tre ore Londra fece sue sette beccacce ed io, con maestria e centrite, le incarnierai tutte e sette; un vero miracolo della natura….. Agile e veloce come un leopardo, ma nel contempo silenziosa ed attenta come una pantera, si muoveva nel bosco circospetta, lunga e radente come un serpe; mi incantavo alle sue tornate tanto da restare imbambolato anzichè andarla a servire gratificandola per il suo splendido lavoro. Senza esagerare, posso affermare che LONDRA a oggi vanta un palmares in cariera di circa mille beccacce incontrate e sapientemente trattate, nonchè qualche centinaia di starne autoctone. E’ il mio pupillo e rappresenta oggi il mio cane migliore. Ho continuato a fare cucciolate, ma tutte senza esito, o meglio, senza che vi fossero soggetti straordinari come cercavo. Nella primavera del 2010, Gualtiero Succi “Cillo”, mi affidò una delle sue migliori fattrici, LEA, che, coperta con ROVAL NEDVED di Ronchi Valerio, mi diede un’altra grande soddisfazione: una femmina bianco-arancio da guerra!!! L’ho chiamata ARIA. Una trailer molto precoce: cerca beccacce nel bosco più fitto ed impervio con occhi spiritati, le tratta con cautela…, le guida, le accosta con sapienza e le ferma  a distanza ravvicinata fissandole o meglio ipnotizzandole con lo sguardo. E’ dotata di riporto e consenso innati, di galoppo non troppo radente ma lungo e disteso, di un portamento elegante e distinto ma soprattutto è cacciatrice instancabile.  Ama il bosco, non teme  rovi e spini,  e oggi che ha 22 mesi di età, con due stagioni venatorie alle spalle, si può asserire sneza margine alcuno d’errore che è un cane nato per perseguitare le beccacce in cielo ed in terra, ovunque esse siano, con risultati a dir poco strabillianti; una vera macchina da guerra. Dei tanti cucciolotti avuti  dai sopra citati e noti allevatori nonchè amici, quindi non nati a casa mia, ho tenuto tre setter di Orlando Fabbri, di cui due sono figli di RADENTIS ZUM, ” ARIS ed AKRON “, ed una figlia di  RULLO DELLA VECCHIA IRLANDA, figlio a sua volta di RADENTIS ZUM: ” RADENTIS ROSITA “. Sia ARIS che AKRON non sono stati cani precoci, ma col loro tempo hanno raggiunto ottimi livelli; entrambi hanno la beccaccia in testa….., godono di giro amplissimo, tale a volte da non poterli servire data la distanza.  Possiedono ferma, riporto, galoppo radente e portentoso;  indiscussi stilisti. RADENTIS ROSITA è una femmina in taglia: bellissimo muso, carattere docile ed affettuoso nel box, indiavolata ed inarrestabile tra i boschi. Si muove sempre e solo dentro la macchia , pellustra ogni metro quadrato di bosco con circospezione, zampe vellutate e falcata felina; purtroppo pecca sulla presa di punto: a volte ferma leggermente flessa sull’anteriore. La vigilia di Natale 2011, ritornato dall’aver fatto gli auguri alla famiglia Fabbri, ho portato a casa l’ennesimo cucciolino: RADENTIS ALBA2, trattasi di bellissimo esemplare femmina, colore bianco-fegato, figlia di RADENTIS CARUSO. Non ho ancora capito chi diventerà e quale sarà la sua specialità, di fatto, per ora a soli quattro mesi, effettua riporti magistrali ed è obbediente al terra! Ad ogni comando mi guarda con espressione intelligente, quasi interrogativa.  Penso che si capisce da quanto ho scritto, chi io sia e nel mio tempo libero di cosa io viva…. Spero di trasmettere questa mia passione e stile di vita almeno ad uno dei mie tre figli, che acquisisca tra i tanti valori, anche l’amore per la caccia, la cinofilia e la natura.

 

Cervia RA,  il 04 Marzo 2012