Serbia

Mi congedai dal servizio militare di leva prolungata, “quindi stipendiato profumatamente dal Governo per il nulla fare”, nel giugno del 1989. Con il quadagno accumolato nei due anni di servizio e l’aiuto di mio padre, acquistai una bella automobile berlina ” il sogno di ogni ragazzo”, e con i rimanenti quattro milioni di lire, presi in affitto con l’amico Cristiano Zanella, in Serbia, una valle per la caccia agli uccelli acquatici; la valle di Velebit nel paese di Senta. Rimasi senza una lira!! Ad accordi presi ed affitto pagato, Cristiano, Stefano, mio padre ed io, verso la fine di ottobre, partimmo per la mia prima gita di caccia all’estero. Partimmo con due macchine di tipo fuoristrada, cariche a balestra di viveri, abbigliamento tecnico di ogni genere, fucili, cartucce, botti da affogare in palude con annessi “vitoni”, non so quante decine di stampi vari, anatre vive e cani; fu il viaggio più sofferto mai fatto in vita mia…., non tanto per la distanza, quanto per il disagio e mal’odore di animali vari ammassati gli uni sopra gli altri…., sembrava di essere dentro una fattoria. In quel periodo Serbia, Croazia e Bosnia erano in guerra tra loro e per detta ragione ci accaparrammo la migliore riserva della regione, per un quarto del suo prezzo. Arrivammo nel paesino più prossimo ai posti di caccia a notte fonda, e per dieci mila lire a testa a notte, trovammo ospitalità in una casa abitata da sole donne e vecchi; uomini e ragazzi erano in guerra o disertori all’estero. Il giorno successivo, di buon ora e con l’ entusiasmo e lo spirito degli esploratori o cercatori d’oro, andammo alla scoperta della nostra valle ” prima d’ora mai vista e solo sentitone parlare “, alla preparazione di capanni ed appostamenti….; la valle era piena bombata di uccelli : germani, alzavole,fischioni e chiurli….. Fino a quel giorno, la mia caccia e la mia esperienza, erano limitate a pochi fagiani dell’ l’apertura, per altro padellati, e qualche sparata occasionale di allodole nella valle della Sbrozzi ( dietro casa mia). Di tanto in tanto, scorazzando su e giù per l’azienda, inciampavo in qualche uccello di valle nel “canale di gronda”, che io, dalla tanta emozione, rigorosamente sbagliavo. Mi affascinavano tantissimo gli uccelli di valle per la loro velocità e loro notoria diffidenza. Alla sera, dopo un giorno di duro ma piacevolissimo lavoro di squadra, per la realizzazione di due bellissimi appostamenti di caccia, in due diversi bacini, mangiammo, bevemmo vino e appianammo le squadre per la caccia del giorno successivo e per quelli a seguire…i. Ci presentammo nella valle tre ore prima della levata….., io e Stefanon in sieme come sempre e il babbo con Cristiano. Fecemmo un gioco da urlo…, con tantissime anatre vive!!….; quattro bonaccini a tutta canna e fucili carichi a bocca….. eravamo ancora in acqua a sistemare il gioco, che in aria erano tutti uccelli!! Cominciammo a sparare quasi subito…., io non li colpivo di giorno, figuriamoci di notte!!!, ciò nonostante, di tanto in tanto qualcuno tonfava in acqua!, così via fino alla levata stretta. Alle prime luci dell’alba, l’affluenza di uccelli, da tanti divenne esagerata; germani a perdita d’occhi!!…… non so perchè, forse ci presi la mano, forse la tanta voglia, o forse la tanta abbondanza di uccelli, tale, da far passare emozione ed insicurezza, di fatto, cominciai a fare discreti nume…..; doppietti, triplette, addirittura ce ne venivano grupopetti da sei, sette, e con estremo tempismo e sincronizzazione, pulivamo!!! I germani dopo un oretta dalla levata, divennero presto diffidenti e si tenevano lontani, mentre le alzavole ci credevano sempre di più. Era un freddo cane e  la valle ghiacciò…., gli uccelli smisero di girare verso metà mattina, e così, ritirati i vivi e messi a meritato ristoro, liberammo i cani per recuperare i feriti e magari piombare qualche lepre. La prima giornata di caccia, svolta in una piccola parte dell’immensa valle da noi accaparrata, fruttò a me e Stefano 91 pezzi: di cui  62 alzavole, 27 germani, 2 fischioni ed un oca. Per una migliore resa, ci organizzammo in modo tale da cacciare ogni giorno in una parte diversa della riserva, in modo tale da dare  riposo e respiro alle vasche battute per i giornoi seguenti, al fine di non far andar via i tanti uccelli spaventati dalle frequenti e numerosissime fucilate. La strategia fu azzeccata e per tutta la settimana ci divertimmo….., facendo numeri da capogiro; tanto che mio padre,verso la fine dela vacanza, fece “la borrita” ad un brancone di germani alla bonaccia di un’ansa, in una vasca tenuta a riposo, e con una scarica di tre colpi, ne fece 17!!… Facemmo una vacanza in ottima compagnia, spensierata, con tantissimi uccelli e nessun problema…!! Ritornammo io e Cristiano verso fine novembre, ma successe un guaio!!….. Nelle colline circostanti la valle, coltivate a mais, ma ovviamente visto il periodo del mais  ne era rimasto ben poco, erano gremito di lepri, ed una mattina, pensammo bene di andarle a cacciare!!… Da contratto non potevamo sconfinare oltre i cinquanta metri dal perimetro delle vasche, ma noi quella mattina ci spingemmo ben oltre….; ci rincorsero fischiando ed urlando, polizia e cacciatori locali, ed io dalla corsa per raggiungere il sicuro della mia “cannezza” , per poco non svenivo; sarò stato un chilometro più distante!!  Raggiunta l’automobile eludemmo il posto di blocco che la polizia preventivamente aveva preparato all’ingresso della valle e andammo a casa. Stavamo facendo la doccia tranquilli e beati, quando a bussare alla porta, oltre ai padroni di casa, vi saranno stati cinque-sei poliziotti con in mano le manette…!! Addio alla valle, alle anatre, e alla Serbia……!!!